Razorama

Razorama

Mondadori, 2003, ISBN 88-04-51214-8

Dopo la raccolta di racconti a quattro mani L’altro nome del rock, Brizzi decide di affidare il suo esordio romanzesco per Mondadori a una storia che affonda le proprie radici in un’isola remota nella quale ha trascorso diversi mesi, il Madagascar.
Il romanzo d’ambientazione tropicale, corale e ambientato fra i rituali sciamanici della terraferma e una perigliosa traversata marittima, ha come esplicito modello la narrativa ottocentesca – Brizzi lo definisce “un esperimento di cover elettrica di Conrad” – e tratta del superamento della linea fra l’estrema giovinezza e una nuova stagione esistenziale,  ma anche della dicotomia fra bene e male, e del confronto fra razionalità occidentale e mentalità magico-mistica.
Obiettivi ambiziosi accolti con relativa freddezza dal pubblico e da un silenzio quasi unanime della critica. Non a caso qualcuno scriverà “a Brizzi serviranno dieci anni per farsi perdonare il successo di Jack Frusciante”.
Razorama, ristampato da Mondadori in edizione economica solo diverso tempo dopo, si rivela il più sonoro insuccesso commerciale dell’autore prossimo alla trentina e ad oggi non è mai stato reimmesso in commercio.