Enrico Brizzi (Bologna, 1974) ha fatto il suo esordio nel 1994 col romanzo Jack Frusciante è uscito dal gruppo, caso letterario da due milioni di copie e fenomeno di costume generazionale fra i più  significativi del XX secolo.
La sua carriera è proceduta con romanzi di fiction giovanile (Bastogne, Tre ragazzi immaginari), narrativa di viaggio (Nessuno lo saprà, Il Pellegrino dalle braccia d’inchiostro, Gli Psicoatleti, Il sogno del drago…), un intero ciclo ucronico noto come Epopea Fantastorica Italiana (L’inattesa piega degli eventi, La nostra guerra, Lorenzo Pellegrini e le donne) e romanzi storici propriamente detti (Enzo. Il sogno di un ragazzo, La leggenda di Anita).
Nel contempo Brizzi ha portato avanti l’attività giornalistica collaborando con reportage e pezzi critici sulle maggiori testate italiane (l’Espresso, il Corriere della Sera, il supplemento Tuttolibri della Stampa, Il Foglio, la Gazzetta dello Sport, i periodici del gruppo di Famiglia Cristiana) e sulla stampa specializzata.
Grande appassionato di cammini, ha compiuto i tre “pellegrinaggi maggiori” dell’Europa medievale a Roma, Gerusalemme e Santiago di Compostela, così come un gran numero di cammini storici, di rilievo civile e naturalistico. Dal 2018 ha preso ad alternare i viaggi a piedi con la sua compagnia Psicoatleti a quelli in bicicletta.
Particolarmente attento al rapporto fra narrativa scritta e orale, Brizzi ha tenuto numerosissime letture pubbliche, eventi teatrali, cammini d’autore e reading tratti dai suoi testi e arrangiati come concerti rock, alcuni dei quali sono diventati veri e propri dischi. Negli anni ha collaborato a scritture cinematografiche, sceneggiature di fumetti e podcast.
È padre di quattro figlie e attualmente vive sul Lago di Como.

Anno per anno

Enrico Brizzi nasce a Bologna nel novembre 1974 da padre docente universitario di Storia moderna e madre insegnante delle scuole medie.
Nel 1978 nasce il fratello Riccardo.
Compie i suoi studi primari nel quartiere Saragozza, fra le scuole elementari “Longhena” a Casaglia e le medie “Carracci”. Frequenta il liceo classico “Galvani” dove si diploma nel giugno 1993.
Negli anni delle scuole superiori compie i suoi primi esperimenti di scrittura, sotto forma di canzoni, racconti e articoli per il giornalino autoprodotte “Perle ai porci”, fondato con Andrea Prodi in contrapposizione al giornale ufficiale del liceo. L’esperienza dura due anni, coinvolgendo come collaboratori una ventina di ragazzi, fra i quali futuri membri del collettivo Luther Blissett / Wu Ming.
Sul finire del 1991 invia a diversi editori il suo primo romanzo, spudoratamente ispirato nell’ambientazione al film Blade runner e alle atmosfere cyberpunk in voga. Nel febbraio 1992 riceve risposta da Massimo Canalini, editor di Transeuropa, la piccola casa editrice anconetana che negli anni precedenti ha pubblicato i tre volumi delle antologie per giovani autori “Under 25” curate da Pier Vittorio Tondelli.
Tondelli è scomparso da poche settimane, ma il lavoro di ricerca sugli esordienti continua, e Brizzi comincia a frequentare l’editor e altri autori giovani nell’orbita della casa editrice, fra i quali Silvia Ballestra, scoperta da PVT e considerata in quegli anni la narratrice giovane per eccellenza grazie a Il compleanno dell’iguana e La guerra degli Antò.
In parallelo al lavoro di perfezionamento del suo nuovo romanzo, il testo che diventerà Jack Frusciante è uscito dal gruppo, Brizzi partecipa a diversi concorsi letterari ottenendo risultati lusinghieri.
Nel 1992 vince il concorso dedicato alle lettere d’amore e d’amicizia di Montelupo fiorentino, ottenendo il primo premio di 500.000 lire e la pubblicazione in volume fuori commercio del testo Adelaide, chiaramente legato al corpus romanzesco.
L’anno successivo, fresco di esame di maturità, partecipa al concorso “My generation” indetto del mensile King (Nuova Eri-Edizioni Rai), risultando secondo classificato con il racconto Freaky stiley, nel quale si mescolano le tematiche giovanili del romanzo in lavorazione e temi, mutuati dai neominimalisti americani e dagli Altri libertini di Tondelli, che confluiranno nel secondo romanzo Bastogne. In questa occasione Brizzi viene pubblicato in antologia con gli altri racconti classificati nelle prime posizioni, ma soprattutto riceve la proposta, prontamente accolta, di collaborare al mensile. Ha così inizio, a diciannove anni appena compiuti, il suo lavoro giornalistico.
Il terzo e ultimo testo col quale Brizzi si fa notare prima della pubblicazione di Jack Frusciante (giugno 1994)  è un racconto col quale partecipa alla rassegna Iceberg, indagine sul campo circa la creatività giovanile a Bologna. Selezionato a fine ’93 sarà pubblicato in volume nel marzo ’94 come supplemento della rivista “Società di pensieri” col titolo  Mio cugino Jerry è arrivato a metà settembre, e anticipa in maniera esplicita atmosfere e personaggi di Bastogne.

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F.A.Q. (Frequently Asked Questions)

Quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo della scrittura?

Ho cominciato a scrivere racconti da bambino e al liceo ho fondato un giornalino indipendente chiamato “Perle ai porci”. Nello stesso periodo ho partecipato a diversi concorsi letterari [vedi opere 00, 01, 02]

Cosa ti affascina della scrittura?

La sua magia, figlia della narrazione orale, che permette di creare mondi immaginari così come di rendere giustizia alle storie vere che ci stanno a cuore.

Hai seguito una scuola di scrittura creativa?

No. Il mio apprendistato si è svolto principalmente fra i giovani autori della casa editrice Transeuropa guidata all’epoca da Massimo Canalini. Due altre esperienze importanti sono state la frequentazione di diverse redazioni giornalistiche e gli studi universitari con Umberto Eco.

Come sei arrivato a pubblicare un romanzo a soli 19 anni?

Seguendo il consiglio di Pier Vittorio Tondelli di raccontare una storia che mi stava a cuore per poi lavorare sugli aspetti formali della scrittura.

Il successo improvviso ha cambiato la tua vita?

Certamente. Nessuno si poteva aspettare che un romanzo pubblicato in sole 200 copie da una piccola casa editrice si trasformasse prima in un grande successo commerciale e poi in un titolo di culto.

Quanto è ingombrante il successo di Jack Frusciante è uscito dal gruppo?

Nei primi anni mi è pesato, da molto tempo ormai lo considero il mio biglietto da visita.

Da cosa trai ispirazione per scrivere?

Dalle storie che mi scorrono intorno, così come da quelle che incontro fra le pagine dei libri.

Scrivi di notte o di giorno?

Il mio lavoro non è dissimile da quello di un artigiano: apro bottega la mattina e la chiudo verso il tramonto, talvolta molto più tardi.

Scrivi tutti i giorni dell’anno?

Quando comincio a scrivere una storia scrivo tutti i giorni. Terminata la prima stesura passo a ritmi più blandi, e quando il testo è partito per la tipografia mi prendo del tempo libero.

Perché la musica è così importante in molti tuoi libri?

Il ritmo e la musicalità sono componenti fondamentali della scrittura. Come si suol dire “una buona pagina è una pagina che si lascia leggere bene ad alta voce”.

Ascolti musica mentre scrivi?

Molto spesso. Ogni libro ha la sua colonna sonora ideale. Unica avvertenza: mentre scrivo non riesco ad ascoltare musica cantata in italiano perché i testi finiscono per distrarmi.

Quali sono i tuoi scrittori preferiti?

I miei primi modelli sono stati Pier Vittorio Tondelli, Andrea De Carlo e i post-minimalisti americani, in primis Bret Easton Ellis. Negli anni ho dato sempre più importanza allo studio di autori “classici”, da Flaubert e Tolstoj a Hemingway e Steinbeck. Fra gli italiani del Novecento considero imprescindibili Pavese, Calvino, Pasolini e Rigoni Stern.

Avresti suggerimenti per chi vuole provare a scrivere un libro?

Leggere, ascoltare, imporsi una disciplina ed essere disponibili al confronto.

Hai mai sperimentato il blocco dello scrittore?

Mi è capitato una sola volta nel 2004. A quel punto ho cestinato il libro che stavo scrivendo e sono partito per un viaggio a piedi. Che, per inciso, ha ispirato il mio romanzo successivo.

Quanto tempo impieghi a scrivere un libro?

Da due a sei mesi per la prima stesura e almeno altrettanti per le diverse revisioni. Capita anche di lavorare a due libri in contemporanea, purché in due fasi diverse di lavorazione.

Dove abiti?

Sono cresciuto a Bologna e, al netto di una breve parentesi a Venezia, vi ho vissuto stabilmente sino al 2012. Più tardi ho abitato per dieci anni a Rimini e ora vivo sul Lago di Como. Quando posso trascorro periodi nella casa di famiglia ad Asiago.

Hai figli?

Ho quattro ragazze nate quando avevo fra i ventinove e i trentotto anni.

Sei laureato?

Sono laureato in Scienze della Comunicazione a Bologna. Dopo i primi anni di università ho sospeso gli studi a pochi esami dal termine e li ho chiusi tardivamente.

Quali sport segui?

Principalmente il calcio – sono tifoso del Bologna – e il ciclismo. Per quanto riguarda la pratica, la mia attività preferita è però l’escursionismo.

Come è nata la tua passione per i cammini?

Ho cominciato a camminare da bambino con mia madre, ho proseguito con gli scout e, una volta adulto, ho voluto sperimentare viaggi sempre più impegnativi.

Quali sono stati i viaggi più lunghi?

La Via Francigena da Canterbury a Roma, Italica 150 dall’Alto Adige alla Sicilia e il Cammino di Santiago con partenza da Torino hanno tutti richiesto all’incirca tre mesi.

Il viaggio a piedi e in barca a vela tra Roma e Gerusalemme è durato otto settimane, ma la maggioranza delle mie escursioni si esaurisce in un fine settimana o una manciata di giorni.

Come hai trovato il modo di camminare tanto spesso?

Per le escursioni ordinarie sfrutto fine settimana, ponti e feste comandate. Per i viaggi più lunghi la prima sfida è garantirmi il budget necessario tramite sponsorizzazioni e pubblicazione di reportage giornalistici.

Cosa accomuna la scrittura e i cammini?

Entrambe le attività richiedono grande pazienza e fiducia nel raggiungimento della meta, che si compie attraverso una sequenza di decisioni da prendere in autonomia.

Ti sei mai perso?

Prima dell’avvento del gps molte volte, ma in qualche modo mi sono sempre ritrovato.

Cammini da solo o in compagnia?

Per me il cammino è un’esperienza collettiva. Amo condividerla con le persone care e con i soci della mia associazione Psicoatleti.

Se ti mando un manoscritto lo leggi?

È un’attività che ho svolto per molti anni. Al momento mi trovo a valutare professionalmente una tale quantità di titoli che purtroppo non ho più tempo per gli inediti.

Tieni corsi o seminari di scrittura?

No, anche se di tanto in tanto mi capita di parteciparvi come ospite.

Hai canali social?

Facebook (EnricoBrizzi1974) e Instagram (@enricobrizzi1974).

Quanto e come usi i social?

Mi capita di postare tutti i giorni così come di ignorarli per settimane. In ogni caso non vi trascorro mai più di un quarto d’ora al giorno.

Come contattarti?

Tramite la mia agenzia letteraria alla mail staff@agenziamalatesta.com